Le poesie che compongono questo libro sono state vissute e redatte da Serge Pey fra il 1978 e il 1992 sotto l’influenza delle visioni allucinatorie del peyotl. Sono le tracce dei viaggi iniziatici del rito dei huicholes, indios dell’alta falesia di Las Latas, nella Sierra Madre messicana, presso i quali Serge Pey ha vissuto. Il rito huichole del peyotl è il Nierika: “spesso simbolizzato da un piccolo specchio”, il Nierika «è un buco da fare nella materia per vedere al di là di questa e ritrovare se stessi». Sotto la guida dei cantori-sciamani-aritisti il rito prepara “il passaggio ad una poesia non separata, una poesia di totalità, una poesia fisica prodigiosa e magica”. Un passaggio che conduce il poeta a riconoscersi un altro da se stesso, riprendendo nella sua profonda verità l’Io è un altro di Rimbaud. In questo poema Serge Pey mescola la bellezza dei nomi di differenti dialetti huicholes incontrati sul suo cammino, ma esso resta comunque una traduzione: quella della lingua del peyotl. La parola poetica è qui accompagnata da disegni, ideogrammi personali che riprendono, direttamente o dalla memoria, i disegni allucinati del peyotl. Sono i grafismi che Pey incide sui bastoni di castagno sui quali scrive anche i suoi testi. “Questi grafismi si confrontano alla mia visione scaturita dal viaggio allucinogeno e alle memorie di fuoco dei marakaame, i cantori-artisti-sciamani”.