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Oremari è il titolo sonoro di questo libro bilingue di poesia narrativa di Giulio Angioni. È parola sarda su cui l’autore gioca nel testo facendogli significare cose diverse: da oru ’e mari («orlo di mare», «linea di costa») a ora ’e mari (l’ora nuova turistica del mare) dunque a òru ’e mari (l’oro del mare), la ricchezza, ambigua, che ne consegue. Un nodo di significati che abbraccia il mondo di oggi visto dalla Sardegna di oggi, guardata con gli occhi di un residuale pastore di capre che dai suoi monti osserva gli orus de mari nei loro inaspettati mutamenti, come luoghi e fatti dei nostri tempi e luoghi mondializzati. Il testo si presenta in sardo (campidanese) e in italiano: due versioni a fronte che hanno una loro autonomia e insieme sinergia, con effetti sorprendenti.
Oremari naraus,
po narri oru de mari.
Fueddu antigu, tenit oindi’
dus sentidus nous, di accrarari
oremari, po narri ora de mari,
cust’ora noba de su mari nostru
turistica
àinca sbarcàt su turcumoru armau
e immoi lompit de mari cancarau
o in jet privau po si ddu comporari.
S’oremari, duncas: òru de mari,
ca s’est fattu tot’òru
s’òru de mari abbandonau,
mancai no siat òru totu su chi luxit
in terra, in mari biu.
Oremari, si dice qui da noi
per dire orlo di mare.
Oggi ha due sensi nuovi da spiegare,
oremari per dire ora di mare,
l’ora nuova turistica del mare
dove sbarcava il turcomoro in armi
e adesso approda fradicio e sbandato,
o per comprarlo arriva in jet privato:
dunque oremari a dire oro di mare,
l’orlo del mare nostro abbandonato,
eccolo lì, si è fatto d’oro.
Ma non è oro tutto ciò che luccica
in terra quanto in mare.
Fra le sue opere di narrativa nel catalogo Il Maestrale ricordiamo: L’oro di Fraus (1988, 2000), Il sale sulla ferita (1990, 2010, finalista Premio Viareggio 1990), Una ignota compagnia (1992, 2007, finalista Premio Viareggio 1992), Alba dei giorni bui(2005, 2009 - Premio Giuseppe Dessì 2005), La pelle intera (2007); Doppio cielo (2010), Sulla faccia della terra (Il Maestrale/Feltrinelli 2015, Premio Pozzale Luigi Russo 2015). Altri romanzi sono usciti per Sellerio, fra cui: Assandira (2004),Le fiamme di Toledo (2006, Premio Corrado Alvaro 2006, Premio Internazionale Mondello 2006). Della vasta produzione saggistica citiamo: Sa laurera: Il lavoro contadino in Sardegna (Edes 1976, Il Maestrale 2005), Il sapere della mano: saggi di antropologia del lavoro (Sellerio 1986), I pascoli erranti. Antropologia del pastore in Sardegna (Liguori 1989), Fare dire sentire. L’identico e il diverso nelle culture (Il Maestrale 2011).
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