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Sotto il titolo di Testamenti si comprendono due serie di scritti pubblicati originariamente in altrettante rubriche tenute da Salvatore Mannuzzu sul quotidiano «Avvenire». Nella prima serie, Lettere a una monaca (2010), alla finzione delle lettere indirizzate dall’autore a una vecchia suora benedettina si affida una confessione pervasa di un sentimento della fine da cui scaturisce un bilancio esistenziale individuale ma proiettato su una dimensione ecumenica. «Verbali» esistenziali di un ottuagenario sono anche quelli che si dipanano in soliloquio nella seconda serie: Altre procedure (2013). Emergono, pagina dopo pagina, l’incisività e il fascino di una visione e di una parola capaci, nella brevità discorsiva, di mettere a fuoco grandi e gravi problemi del nostro tempo (consumismo, mercificazione, globalizzazione, fallimento della politica), intrecciandoli con i temi eterni della sofferenza, della disuguaglianza, del rapporto col divino, e leggendoli alla luce di valori quali solidarietà, etica, responsabilità. Colloqui e soliloqui commuovono, agitano sentimenti in chi legge, e riflessioni: ponendo interrogativi in uno stile dilemmatico dove anche il rapporto con la fede religiosa diviene una «lotta con Dio». Testamenti è il breviario di inizio millennio di uno speciale umanesimo cristiano, un prezioso lascito di saggezza, dispensata con discrezione, da ascoltare nel suo fluire narrativo e da meditare per singole, densissime pagine.
in collaborazione con:
Edizioni dell'asino
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