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Prefazione di Marcello Fois
Nota biografica e bibliografia di Silvia Lutzoni
Di Grazia Deledda – scrittrice fra le più controverse e meno comprese del Novecento europeo – si ripropone tutta la produzione novellistica in due volumi.
Questo primo volume contiene le oltre 100 novelle pubblicate in varie raccolte dal 1890 al 1915, disegnando un percorso che inizia con le acerbe prove giovanili e arriva in crescendo ai primi risultati di una compiuta maturità artistica, dove l'arte narrativa della Deledda riserva momenti di sorprendente modernità, che talvolta riesce persino a superare le conquiste della produzione romanzesca.
Raccolte contenute nel vol. I:
Nell’azzurro, 1890
Racconti sardi, 1894
L’ospite, Cappelli, 1898
Le tentazioni, 1899
La regina delle tenebre, 1902
I giuochi della vita, 1905
Amori moderni, 1907
Il nonno, 1908
Chiaroscuro, 1912
Il fanciullo nascosto, 1915
Dalla Prefazione di Marcello Fois:
«Questi racconti sono un catalogo epico di situazioni, un crogiuolo attraverso il quale si sperimenta la resistenza degli impegni stilistici presi e delle parole narrative date. C’è il sociale, il poliziesco, l’erotico, il rosa, l’epico, il realistico e il gotico. C’è una tensione della Lingua come quando – e capita solo ai narratori puri – tutto sembra passare attraverso una condizione naturale anziché attraverso la padronanza di un codice. La scrittura per lo scrittore genetico ha il privilegio di sparire dalla pagina, ogni cosa sembra originata esattamente nel punto in cui si trova: nessuna collocazione, nessuna forzatura. Come in questi straordinari racconti.»
Grazia Deledda (Nuoro 1871 - Roma 1936). Appena dotata di un’istruzione elementare, affronta determinata la strada della scrittura poetico-letteraria, intessendo da subito, dalla piccola e appartata Nuoro («sottomessa a un esilio dal mondo grande»), una fitta rete di rapporti negli ambienti culturali isolani e continentali. Esordisce giovanissima (1888) pubblicando racconti in rivista, e nel 1891 esce il suo primo romanzo “sardo” Fior di Sardegna. Da lì è un crescendo inarrestabile, con i primi gradini nella pubblicazione di Anime oneste (1895; prefazione di Ruggero Bonghi) e La via del male (1896) che riceve il plauso di Luigi Capuana. Seguono altri romanzi e racconti, sempre ideati e composti nel borgo natio, che ancora disegnano una progressione stilistica e concettuale della sua arte narrativa. Nel 1899 (anno in cui va in stampa La giustizia), durante un soggiorno a Cagliari, Grazia Deledda conosce Palmiro Madesani che sposa nel gennaio 1900 e con lui si trasferisce a Roma, dove metterà su famiglia e trascorrerà il resto della sua esistenza. Ora la costruzione di una gloriosa carriera letteraria riceve ulteriore impulso e la pubblicazione di romanzi e raccolte di novelle avverrà con ritmo serrato in poco più di un trentennio che abbraccia la produzione di oltre quaranta titoli (ricordiamo soltanto, fra i romanzi: Elias Portolu, Cenere, L’edera, Il nostro padrone, Colombi e sparvieri, Canne al vento, La madre, Il paese del vento, La chiesa della solitudine). Nel 1927 le viene conferito il Premio Nobel per l’anno 1926: Grazia Deledda è consacrata come una delle voci più alte della narrativa mondiale del Novecento. Non ha solo raggiunto il «mondo grande»: l’ha conquistato. Postuma (in rivista nel 1936 e in volume nel 1937) esce l’autobiografia romanzata Cosima, lasciata manoscritta.
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