Prendi uno scrittore come Alberto Capitta, capace di tracciare con mano delicata ma ferma una trama fatta di immagini, sapori e odori sapientemente mescolati, fino a offrire il quadro di una Sardegna del nord inconfondibile per quanto mai esplicitamente nominata. Aggiungi uno tra i più autorevoli critici cinematografici e letterari del panorama nazionale, Goffredo Fofi, fondatore di riviste storiche come i Quaderni Piacentini, Ombre rosse, Linea d’ombra. Infine, condisci il tutto con il suggestivo scenario di piazzetta Savoia in una sera di maggio: ci sono tutti gli ingredienti perché la presentazione di Alberi erranti e naufraghi (Edizioni Il Maestrale, 199 pagine), prevista per domani alle 18.30 al Caffè Savoia, si riveli un appuntamento di quelli ai quali non ti penti di aver partecipato. Il nuovo romanzo di Alberto Capitta (già autore di Creaturine (2004), Il cielo nevica (2007) e Il giardino non esiste (2008) narra le vicende di tre famiglie molto diverse: gli Arca, i Nonne e i Branca. Piero e Giuliano Arca, padre e figlio, vivono soli oltre i margini della città in un casolare stipato di animali feriti che loro raccolgono e curano. In città risiedono i Nonne: il capofamiglia Sebastiano, una moglie sottomessa e due figli: Michelangelo, di cui poter andare fieri, militare di carriera e compagno di esaltate battute di caccia, ed Emilio, osteggiato per la sua indolenza, le letture in solitudine nel chiuso della sua stanza, e per l’amicizia indecorosa con Giuliano Arca. Infine, i Branca: Edoardo, notaio di lungo corso, e la figlia Maddalena, venticinquenne delicata e sensibile, che abitano nella villa della tenuta di famiglia - e sarebbe una convivenza di un’armonia perfetta se la ragazza non s’innamorasse di Michelangelo Nonne, passione di cui il padre della giovane non riesce affatto a capacitarsi. Dell’autore del romanzo Goffredo Fofi ha scritto: «Capitta è uno dei più interessanti tra gli scrittori di una straordinaria fioritura sarda, il fenomeno più ragguardevole e meno studiato nelle nostre lettere. Quello di Capitta è un nome sul quale poter contare». E senz’altro i lettori potranno contare sulle emozioni che la trama offre, soprattutto dal momento in cui Piero Arca scompare in una giornata di neve insanguinata dalla carneficina di tutte le sue bestie. Da qui inizia per Giuliano un lungo e complicato viaggio alla ricerca del padre. Un percorso tra luoghi del passato e posti sconosciuti, abitati da una sconosciuta umanità e carichi di esperienze che ricondurranno il ragazzo al punto di partenza, dove gli eventi prenderanno una piega inaspettata, rimescolando le sorti di tutti i personaggi.
F.M.