A chi ricorda Sergio Atzeni torna alla mente in primo luogo un grande scrittore sardo, scomparso tragicamente a soli 43 anni. Torna alla mente poi la sua figura d’intellettuale completo e imprevedibile, che è riuscito a spaziare con disinvoltura tra gli ambiti del sapere e della sperimentazione linguistica, con un occhio volto alle radici isolane e l’altro pronto a cogliere – ed elaborare a modo suo – gli stimoli letterari del resto d’Europa. Atzeni è stato narratore, traduttore e giornalista, nonché autore di favole per bambini e poeta multiforme, impegnato per almeno vent’anni nella stesura e limatura dei versi. Proprio della produzione lirica di Atzeni qui si tratta. Giancarlo Porcu, filologo e direttore editoriale della casa editrice nuorese Il Maestrale, ha raccolto in una splendida edizione critica – pubblicata con il titolo Versus, che in sardo campi danese significa appunto “Versi” – il lascito poetico di questo grande, eccentrico autore. Un lavoro gigantesco quello di Porcu che, avvalendosi delle carte originali e annotando con perizia filologica ogni variazione dei testi, ha ricostruito le tre sezioni principali del corpus dello scrittore cagliaritano, non trascurando però le liriche sparse. Tra scritti politicamente impegnati (esemplare la Filastrocca di quando buttavano a mare i tram, derivata dal testo teatrale Quel maggio 1906. Ballata per una rivolta cagliaritana) e semplici divertissement che vanno a formare un assurdo spassosissimo bestiario (“Hai voglia, disse la farfalla al gatto,/di giocare al gomitolo con me?/Non parlo più./I gatti non fanno gran discussioni”) o si alimentano della pungente autoironia dell’autore (“Sei bello tu che parli/della sfiga degli altri/annodandoti la cravatta,/dico a me stesso/guardandomi allo specchio”), si arriva fino alla riattualizzazione di antichi versi popolari caratterizzati da una spigliatezza formale e una carica di nonsense che hanno sempre attratto irresistibilmente Atzeni (raggruppati sotto il nome di Žerežas e Muttettus). Quello che Porcu offre in Versus è un vero e proprio viaggio nel mondo e nel background atzeniano, arricchito da apparati critici che aiutano a scoprire l’evoluzione della ricerca espressiva e della riflessione filosofico-letteraria dell’autore di capolavori come Passavamo sulla terra leggeri e Il quinto passo è l’addio. Un libro prezioso, a consacrare un autentico maestro della letteratura contemporanea “sarda” e italiana.