Dimenticatevi l’oretta di relax, la bibita e la sedia in veranda.
Dimenticate il fiore nel libro, il sorriso e i bei pensieri.
Non è un libro per fare compagnia questo. Questo è un artiglio che ti strappa da ridere e da piangere, come fossi una lisca di pesce. È un libro che vi inchioda, che vi lega la bocca, un libro che sa di calze arrotolate e senza l’elastico. Da bambino abitavo in ogni paese, e in ogni paese c’era un folle, un matto, un lattaio in pensione impazzito d’amore o di guerra.
Un personaggio da tirargli i sassi sulle persiane, il pomeriggio mentre dormiva, o uccideva qualcuno, chissà.
No, non è un libro di intrighi internazionali, di omicidi eccellenti, di amori puliti in camere d’albergo magnifiche. Questo è un libro senza denti, coi capelli tenuti insieme con una matita. Un libro di visioni, di speranze riposte nel cuori dei maghi, degli indovini. È il libro di una donna che ha germogli nel petto, una donna albero, di sua figlia follia. È il libro dei senza nulla, degli sciancati, dei derisi, degli ultimi, e se ci fosse una classifica che scava la terra, sarebbe il libro dei lombrichi.
Savina non smette mai di sorprendere, le parole in mano sua sono cime di corda su una barca da pesca; la sua poetica ti guarda lo stomaco, lo sfintere, ti ricorda in ogni momento che siamo sentimento e odore, paura. La storia in sé è meraviglia per il lettore, ciò che non è scritto altrettanto, e forse piaga interiore per lei che scrive. Io immagino Savina piegata su una candela fioca, con le dita che piangono, incapaci di inseguire il pensiero. La immagino arrotolare il pudore e farne una pezza per l’inverno, per il sudore delle doglie, la immagino acqua calda per le gambe aperte, che più aperte non si può.
La immagino uccidere i suoi personaggi, per troppo amore, e poi dargli la bocca, in un estremo gesto di salvazione.
Io sono un lettore, niente di più di uno che pensava di mettersi in veranda, con un bicchiere, per passare un’ora di relax. Ma forse no, con Savina ero perfettamente cosciente di non incorrere in questa comodità.
“Mia figlia follia” Savina Dolores Massa- Il Maestrale editore