Giacomo Mameli, giornalista, scrittore. Laureato in Sociologia, alla Scuola superiore di giornalismo di Urbino ha discusso la tesi con Paolo Fabbri e Carlo Bo ("Quattro paesi, un’isola"). È direttore artistico del festival letterario SetteSere, SettePiazze, SetteLibri a Perdasdefogu. Tra i suoi libri (editi da Cuec): "La ghianda è una ciliegia" (2006), "Sardo sono" (2012), "Il forno e la sirena" (2013), "Le ragazze sono partite" (2015).
IL LIBRO: LA CHIAVE DELLO ZUCCHERO
La seconda guerra mondiale raccontata da sette diretti protagonisti, e dentro i loro racconti una moltitudine di altre vite e tragedie rimosse. Soldati, prigionieri di guerra, partigiani testimoniano il quotidiano di una sotto-storia introvabile nei libri di Storia. Storie grandi e piccole tramandano esperienze diverse e portano in diversi scenari e teatri di guerra (Egitto, Tunisia, Kenya, Sudafrica, Piemonte, Toscana, Polonia); tutte hanno un legame forte con la Sardegna: coinvolta più di quanto appaia in quel grande disastro, anche direttamente, come ricorda la strage del ’43 raccontata da Iolando Fosci (vivente), quando gli aerei americani fecero 99 morti e 300 feriti bombardando l’inerme abitato di Gonnosfanàdiga. Gli altri racconti portano dentro la battaglia di El Alamein, dove Egidio Lai si salvò dalle pallottole nemiche al riparo di un muro raccapricciante di cadaveri ammucchiati; nella «guerra delle mine» dell’artificiere Francesco Cossu, in Tunisia; attraverso lo sbando dell’8 settembre 1943 nella Resistenza di Francesco Salis, il partigiano Ulisse morto nella strage di Valmala, e di Adriano Vargiu, membro della piccola banda di Ariano, giustiziata dai tedeschi e dai fascisti in Toscana (e qui s’innesta anche la preziosa memoria di Giuseppe Fiori sul partigiano Alfredo Gallistru). Infine si presenta la rievocazione dell’oppressione tedesca della polacca Leokadia Sas (sarda d’adozione), dove trova posto il raro ricordo del giovane professore Karol Wojtyla. Con abilità Mameli intreccia memorie orali, sapiente indagine giornalistica e letteratura storiografica, ma sempre tenendo saldo il filo di un’affabulazione che sa di racconti intorno al fuoco.