Francesco Cucca (Nuoro 1882 Napoli 1947). Orfano di padre e di madre, già da piccolo fu servo pastore a Fonni, minatore e garzone di cantina a Iglesias. Dopo la Sardegna partì per lavoro in Africa dove visse per quasi trentasette anni (dal 1903 al 1939) e dove lavorò, spostandosi continuamente fra Algeria, Tunisia e Marocco. Fu Anticlericale, anticolonialista, antinterventista e frequentò gli ambienti più caldi dell'anarchismo internazionale, stringendo rapporti col movimento tunisino capeggiato allora dal medico calabrese Niccolò Converti e dal rivoluzionario Ettore Sottovia, direttore dell'Unione di Tunisi. Il poeta barbaricino si avvicinò all'islamismo e iniziò a vivere, a parlare e a vestire come gli arabi. In terra africana da autodidatta iniziò a studiare pazzamente e a cimentarsi con l'arte letteraria. Scrisse "I racconti del gorbino" (novelle 1909), le "Veglie beduine" (liriche 1912), "Muni Rosa del Suf" (romanzo 1903-1912), le "Galoppate nell'Islam" (racconti di viaggio 1922), "Algeria, Tunisia, Marocco"(prezioso saggio anticolonialista). Morì; a Napoli nel giugno del 1947, in povertà; e solitudine.