Luigi Pintor nasce a Roma nel 1925 da genitori sardi. Trascorre l'infanzia a Cagliari. Torna a Roma e partecipa al movimento antifascista clandestino, prendendo poi parte alla guerra di liberazione. Nel dicembre 1943 apprende la dolorosa notizia della morte del fratello Giaime, ucciso da una mina. Arrestato, sfugge alla condanna a morte. Dal 46 al 65 lavora all'«Unità». Iscrittosi nel 43 al Pci, nel 62 entra nel Comitato centrale del partito ma subisce nel 66 l'epurazione come dissidente e l'«esilio» in Sardegna, fino alla radiazione dal Pci nel 69. Fonda quindi «Il Manifesto», mensile e poi quotidiano da lui più volte diretto. Giornalista di rara onestà intellettuale, muore nel maggio 2003 lasciando una produzione letteraria di altissimo livello curata dalla Bollati Boringhieri: Servabo (1991); La signora Kirchgessner (1998); Il nespolo (2001); I luoghi del delitto (2003).