Costretta in un letto d’ospedale da un male incurabile, una giovane insegnante, a neanche quarant’anni, fa un bilancio della propria vita, dei propri fallimenti, dei propri sogni morti. Nei freddi ambienti dove non ci sono nomi e volti ma solo cartelle cliniche, si svela il dolore dell’essere sospesi in una desolante situazione di precarietà. Le rievocazioni di un amore orfano e di amicizie esauste, il rapporto soffocato con una madre tenace, l’affetto confuso per le altre degenti che tentano ancora di mordere la vita, riempiono le giornate scandite dai riti che medici e infermieri officiano sulle loro “vittime”. L’attesa più forte è quella dell’oblio notturno, ma inaspettato, come l’insorgere del male, è un ritorno a casa, per le feste pasquali, forse occasione d’incontri e speranze… Una prova per la malattia dell’anima, dopo quella del corpo.