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Riccardo Devoto (Nuoro 1959), imprenditore nell’azienda di famiglia. Presidente di Confindustria della provincia di Nuoro dal 1995 al 2001 (al momento dell’elezione, il presidente provinciale più giovane d’Italia). Presidente di Confindustria Sardegna dal 2000 al 2004 (al momento dell’elezione, il presidente regionale più giovane d’Italia). Rapito nel 1975 all’età di 15 anni e liberatosi dopo sette ore (il primo che riuscì nell’intento di fuggire nella storia dei sequestri di persona in Sardegna).

Michele Tatti, 65 anni, giornalista professionista in pensione. Per trent’anni ha lavorato al quotidiano «L’Unione Sarda», dirigendo come caposervizio dal 2000 al 2016 la redazione di Nuoro e occupandosi tra l’altro dei principali fatti di cronaca, compresi i più clamorosi sequestri di persona. Per sei anni, fino al 2020 ha guidato, primo direttore laico, lo storico settimanale «L’Ortobene» edito dalla Diocesi di Nuoro.

Simona De Francisci (Cagliari 1965), giornalista professionista, attualmente è condirettrice del Tg di Videolina e delle news di Radiolina (Gruppo editoriale L’Unione Sarda). Ha scritto Questione Sarda e problemi della società contemporanea e come cultrice di studi storici si è occupata di personaggi politici della storia del ‘800 in Sardegna. È stata consigliere regionale, Assessore alla Sanità e vicepresidente della Regione Sardegna.

Rossana Dedola, già ricercatrice e docente della Scuola Normale di Pisa, analista didatta e supervisore dell’Istituto C.G. Jung e dell’International School of Analytical Psychology di Zurigo, ha pubblicato tra gli altri libri: La via dei simboli. Psicologia analitica e letteratura italiana (Franco Angeli 1992); La musica dell’uomo solo. Saggi su Luigi Pirandello, Leonardo Sciascia, Primo Levi e Giovanni Orelli (Polistampa2000); La valigia delle Indie e altri bagagli (Bruno Mondadori 2006); Giuseppe Pontiggia. La letteratura e le cose essenziali che ci riguardano (Avagliano 2013); Roberto Innocenti. Le conte de ma vie (Gallimard Jeunesse 2015); Grazia Deledda. I luoghi gli amori le opere (Avagliano 2016); Pinocchio e Collodi sul palcoscenico del mondo (Bertoni 2019); In Sardegna con Grazia Deledda (Perrone 2020). È inoltre autrice della Introduzione a V. Lamarque, Poesie (Mondadori 2014) e della Prefazione a G. Deledda, Tutte le novelle (volume II; Il Maestrale 2019).

Petru Dumitriu. Nato in Romania nel 1924 e morto a Metz (Francia) nel 2002. Al culmine di una precoce celebrità nel paese di origine (Bijuterii de familie 1949; Cronică de familie 1955), nel 1960 lascia illegalmente la Romania e inizia una nuova carriera letteraria in Francia. È autore di un’opera consistente e importante, in rumeno e francese: romanzi, opere teatrali, saggi, tradotti in varie lingue. Questo romanzo (titolo originale: Le sourire sarde) fu pubblicato nel 1967 da Seuil e tradotto in inglese col titolo The Sardinian smile. Fra i romanzi recentemente riproposti in francese ricordiamo L'Homme aux yeux gris (Seuil 2005) e Incognito (Seuil 2007).

Giuseppe Mariano Delogu (60 anni, nuorese, laureato in Scienze forestali) è dirigente del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale della Regione Sardegna. Autore di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali e internazionali, vanta una lunga esperienza nella gestione forestale (per 15 anni alla Azienda per le Foreste Demaniali della Sardegna come direttore dei lavori) e nella lotta contro gli incendi boschivi, che lo ha visto partecipare “sul campo” a tanti eventi complessi.

Grazia Deledda (Nuoro 1871 - Roma 1936). Appena dotata di un’istruzione elementare, affronta determinata la strada della scrittura poetico-letteraria, intessendo da subito, dalla piccola e appartata Nuoro («sottomessa a un esilio dal mondo grande»), una fitta rete di rapporti negli ambienti culturali isolani e continentali. Esordisce giovanissima (1888) pubblicando racconti in rivista, e nel 1891 esce il suo primo romanzo “sardo” Fior di Sardegna. Da lì è un crescendo inarrestabile, con i primi gradini nella pubblicazione di Anime oneste (1895; prefazione di Ruggero Bonghi) e La via del male (1896) che riceve il plauso di Luigi Capuana. Seguono altri romanzi e racconti, sempre ideati e composti nel borgo natio, che ancora disegnano una progressione stilistica e concettuale della sua arte narrativa. Nel 1899 (anno in cui va in stampa La giustizia), durante un soggiorno a Cagliari, Grazia Deledda conosce Palmiro Madesani che sposa nel gennaio 1900 e con lui si trasferisce a Roma, dove metterà su famiglia e trascorrerà il resto della sua esistenza. Ora la costruzione di una gloriosa carriera letteraria riceve ulteriore impulso e la pubblicazione di romanzi e raccolte di novelle avverrà con ritmo serrato in poco più di un trentennio che abbraccia la produzione di oltre quaranta titoli (ricordiamo soltanto, fra i romanzi: Elias Portolu, Cenere, L’edera, Il nostro padrone, Colombi e sparvieri, Canne al vento, La madre, Il paese del vento, La chiesa della solitudine). Nel 1927 le viene conferito il Premio Nobel per l’anno 1926: Grazia Deledda è consacrata come una delle voci più alte della narrativa mondiale del Novecento. Non ha solo raggiunto il «mondo grande»: l’ha conquistato. Postuma (in rivista nel 1936 e in volume nel 1937) esce l’autobiografia romanzata Cosima, lasciata manoscritta.

 

Ludovica de Nava, laureata in Lettere Classiche alla Sapienza (1971) è stata ricercatrice universitaria dal 1974 al 1998 occupandosi del recupero di testi medievali e umanistici (vari saggi, pubblicati su «Lettere Italiane», «Archivio Storico Italiano», «Incontri Meridionali», «Quaderni medievali», «Messana» e un’edizione critica di una cronaca medievale: la Ystoria Serenissimi Rogerii di Alessandro di Telese, pubblicata nelle “Fonti Italiane per la Storia d’Italia”, Istituto Storico Italiano per il Medio Evo e Archivio Muratoriano, Roma). Accanto all’attività accademica ha coltivato anche una vena più creativa, pubblicando novelle e poesie in varie riviste e un romanzo, Il vivere sottile (Ediz. Associate 1998).

Mario Da Passano (Genova 1946 – Sassari 2005), studioso fra i più autorevoli della storia del diritto penale, ordinario di Storia del diritto italiano e preside della Facoltà di Scienze Politiche nell'Università di Sassari, città dove era arrivato nel 1975 per assumere il suo primo incarico d’insegnamento universitario. Autore e curatore di numerosi saggi e volumi, fra i quali ricordiamo: Delitto e delinquenza nella Sardegna sabauda (Giuffrè 1984); Dalla "mitigazione delle pene" alla "protezione che esige l'ordine pubblico". Il diritto penale toscano dai Lorena ai Borbone (Giuffrè 1988); Emendare o intimidire? La codificazione del diritto penale in Francia e in Italia durante la Rivoluzione e l’Impero (Giappichelli 2000); Le colonie penali nell’Europa dell’Ottocento (cura; Carocci 2004). In diversi contributi si è anche occupato di storia del vino e della viticoltura.

Massimo Dadea è nato a Nuoro nel 1950. È medico cardiologo. Ha scritto due libri: La febbre del fare (2009) e La maledizione libertaria (2014), editi da CUEC. L’omeopata è il suo primo romanzo.

Giuseppe Dessì nasce a Villacidro nel 1909, frequenta il liceo a Cagliari e poi intraprende gli studi universitari a Pisa, dove entra in contatto con uno stimolante ambiente culturale. Ottenuta la laurea, frequenta gli intellettuali che gravitano intorno alla prestigiosa rivista «Letteratura». Insegna in varie città d'Italia e in seguito ottiene l'incarico di ispettore del Ministero della Pubblica Istruzione. Gli esordi come narratore risalgono al 1939 (i racconti de La sposa in città e il romanzo San Silvano). Seguono poi numerosi titoli fra cui Michele BoschinoI passeri (1953), Il disertore (1961). Muore a Roma nel 1977.

Alessandro De Roma è nato in Sardegna nel 1970. Ha esordito per Il Maestrale nel 2007 con il romanzo Vita e morte di Ludovico Lauter (Premio Dessí; Premio Vigevano Opera Prima; Finalista Premio Viareggio Opera Prima); cui sono seguiti La fine dei giorni (Il Maestrale 2008); Il primo passo nel bosco (Il Maestrale 2010); Quando tutto tace (Bompiani 2011) e La mia maledizione (Einaudi 2014). I primi due romanzi, Vita e morte di Ludovico Lauter e La fine dei giorni, sono stati tradotti in Francia per Gallimard.

Attilio Deffenu nasce a Nuoro il 28 dicembre 1890. Il padre Giuseppe è presidente della locale Società Operaia e Attilio coltiva da subito sensibilità democratiche. Nel 1905 è a Sassari per frequentarvi il liceo, collabora alla rivista socialista «La Via». Nel 1908, terminati gli studi liceali, si trasferisce a Pisa per frequentare la Facoltà di Giurisprudenza; qui si accosta agli ambienti anarchici e all’attivismo pacifista. Si laurea nel 1912 con una tesi su La teoria marxista della concentrazione capitalistica. Nel 1913 torna a Nuoro, medita di emigrare in America ma accetta l’incarico di corrispondente de «Il Giornale d’Italia» che svolge fino alla partenza per Milano, dove nel 1914 diviene consulente legale dell’Unione Sindacale e dà vita alla rivista «Sardegna». Ma il conflitto mondiale divampa e Deffenu si schiera a favore dell’intervento italiano. Una snervante trafila nelle retrovie dell’esercito, fra il 1915 e il 1917, non fiacca la convinzione interventista e nel 1918 è al fronte. Il 16 giugno, a Croce presso Fossalta di Piave, muore in combattimento.

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