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GIAMPIERO MURONI vive a Sassari, dove è nato nel 1965. Lavora in un ufficio pubblico. Si è impegnato nell’associazionismo e nel­l’area politica radicale. Zafferano è il suo ro­manzo d’esordio.

Piero Mura (Nùoro 1967), studioso di Letteratura Italiana moderna e contemporanea, si è occupato di Teoria dei giochi e, in particolare, di OPLEPO (OPificio di Letteratura Potenziale). Ha pubblicato saggi e articoli su diversi autori, fra i quali Grazia Deledda, Sergio Atzeni, Italo Calvino, Fabrizio De André, Pier Paolo Pasolini e Giuseppe Dessì. Attualmente conduce una ricerca su una raccolta di manoscritti deleddiani inediti.

Maria Laura Mura è nata a Nuoro nel 1983. Laureata in Lettere alla Sapienza di Roma, comincia la carriera di narratrice con la storia Etor e Ina, tra i finalisti del concorso letterario “Raccontami Etor” di Ibby Italia. Nel 2015 è tra i finalisti del concorso “Ypsilon Tellers” con il racconto Finché vita non ci separi, pubblicato in versione e-book per Feltrinelli. Nel luglio 2020 ha pubblicato la storia Il gioco del silenzio in un albo illustrato da Adele Manuti per la casa editrice italo argentina Le Pecore Nere. Il suo racconto intitolato Touché ha vinto il premio “La Quara 2020”. Nel marzo del 2022 ha pubblicato il libro per bambini Che gran pasticcio Lili, illustrato da Valentina Barsotti per l’editrice Pecore Nere Italia; e nel maggio 2022 ha pubblicato Che storia!, illustrato da Silvia Colombo per le edizioni Compagnia del Mantello.

Angelo Mazza (Nuoro, 1978) si occupa di formazione professionale e di recupero di adolescenti a rischio di dispersione scolastica. Ha curato, con Alberto Capitta e Pier Francesco Fadda, la raccolta di racconti e poesie Evasioni d’inchiostro (Voltalacarta 2012), realizzati dai detenuti dell’Alta Sicurezza di Badu ’e Carros. Per Il Maestrale, nel 2021, ha pubblicato il suo primo romanzo Tascabile indimenticabile (già vincitore nel 2019 del premio per narrativa inedita Licanìas, e finalista nel 2023 del premio Leopoldo II di Lorena).

Piero Mannironi (1953-2021), giornalista nuorese, in quasi quarant’anni ha scritto per La Nuova Sardegna e per i giornali del gruppo editoriale L’Espresso - Repubblica. È stato inviato speciale per oltre vent’anni.

Giuseppe "Peppinu" Mereu nasce a Tonara il 14 gennaio 1872. Il padre Giuseppe, medico condotto del villaggio, riesce a dare a Peppinu e ai suoi fratelli quella cultura umanistica di base richiesta per l’avvio alle professioni liberali. Il prematuro decesso dei due genitori segna profondamente la vita del poeta che perfeziona da autodidatta la sua formazione senza completare alcun ciclo di studi. Nel 1891 entra nell’Arma dei carabinieri svolgendo servizio a Nuoro e a Osilo dove frequenta ambienti letterari scapigliati e gruppi politici di orientamento radicale e democratico. Nel 1895, accusato di furto, viene imprigionato e sottoposto a giudizio. Assolto dalle accuse viene congedato dall’Arma per infermità. Dotato di spirito caustico e di innate doti poetiche Mereu, evocando fatti ed episodi traumatici della storia dell’Isola e i valori civili che costituivano l’identità regionale, riuscì a emergere dalla folla dei poeti in lingua sarda. Nelle sue poesie, scritte in logudorese, egli sperimenta modelli e generi poetici diversi e mostra una grande padronanza stilistica. Povero, emarginato e sofferente per il diabete, il poeta morirà nel suo paese natio l’11 marzo del 1901. La considerazione e il rispetto con cui la critica letteraria ha accolto fin dalla sua pubblicazione (1899) l’unico volume di poesie di Mereu dà la misura del valore che l’opera del poeta tonarese aveva già assunto agli occhi dei contemporanei tanto da essere considerata tra i contributi più apprezzabili e significativi della poesia sarda.

Silvia Contarini è ordinario di letteratura e civiltà italiana contemporanea presso l’Università Paris Ouest Nanterre Le Défense, codirettrice del Centre de Recherches Italiennes e direttrice della rivista Narrativa.

Margherita Marras è professore associato di lingua e cultura italiana presso l’Università di Avignone, autrice di numerosi saggi e monografie sulla letteratura sarda.

Giuliana Pias è professore associato di lingua e civiltà italiana  presso l’Università Paris Ouest Nanterre Le Défense, autrice di una tesi di dottorato e di numerosi saggi sul romanzo giallo sardo dell’ultimo ventennio.

Salvatore Mannuzzu (Pitigliano 1930 - Sassari 2019) è stato magistrato, deputato, scrittore dei più rilevanti in Italia a cavallo fra Novecento e Duemila. Come narratore esordisce nel 1962 con Un Dodge a fari spenti (Rizzoli; pubblicato sotto lo pseudonimo di Giuseppe Zuri; poi rivisto: Ilisso 2003); per Einaudi sono usciti: Procedura (1988, 2001, 2015), Un morso di formica (1989), Le ceneri del Montiferro (1994), La figlia perduta (1992), Il terzo suono (1995), Il catalogo (2000), Alice (2001), Le fate dell'inverno (2004), La ragazza perduta (2011); la raccolta di poesie Corpus (1997). Con Il Maestrale ha pubblicato il suo ultimo libro, Testamenti (2017).

Savina Dolores Massa nasce e vive a Oristano in Sardegna. Scrittrice di narrati-va, poesia, testi teatrali, regista, cantora. Operatrice culturale. Cura laboratori di scrittura creativa e di propedeutica alla lettura orale. Collabora da anni con il Centro di Salute Mentale, la Biblioteca Comunale, il Centro Servizi Culturali della sua città. È presente in numerose antologie di racconti e di poesie. Con Il Maestrale ha pubblicato i romanzi: Undici (2008, nella rosa dei finalisti al Premio Calvino 2007); Mia figlia follia (2010, tradotto in Francia); Cenere calda a mezzanotte (2013); Il carro di Tespi (2016); A un garofano fuggito fu dato il mio nome (2019); Lampadari a gocce (2020); Voltami (2022), vincitore del Premio Letterario Festival dell'Altrove - Giulio Angioni - 2023. Sempre per Il Maestrale sono usciti i racconti Ogni madre (2012) e le due raccolte poetiche: Per assassinarvi - Piacere siamo spettri (2016); E adesso chiediti perché sei rimasta sola (2021). Nel 2023 è uscito per Imago Edizioni il racconto illustrato L’uomo blu e le rose. Antoine de Saint-Exupéry ad Alghero.

Sebastiano Mannia (Nuoro 1982) è ricercatore di discipline demoetnoantropologiche presso l’Università degli Studi di Palermo, dove insegna Antropologia culturale, Storia del le tradizioni popolari e Patrimonio immateriale. Ha insegnato Antropologia culturale, Etnologia e Metodologia della ricerca antropologica presso l’Università degli Studi di Sassari. Studia le nuove forme di pastoralismo in Sardegna e Sicilia e i fenomeni di religiosità popolare con particolare riferimento all’organizzazione dei calendari cerimoniali, al simbolismo rituale, alla dimensione alimentare. Tra le sue pubblicazioni: Il pastoralismo in Sicilia. Uno sguardo antropologico (2013); Questue e figure vicariali in area euromediterranea (2015); ha inoltre curato i volumi: Oltre carnevale: maschere, travestimenti, inversioni (2017) e, con Ignazio E. Buttitta, Il sacro pasto. Le tavole degli uomini e degli Dèi (2019). Per Il Maestrale ha pubblicato il volume In tràmuta. Antropologia del pastoralismo in Sardegna (2014).

Thomas Münster (Mönchengladbach 1912 - Monaco 1983). Dopo gli studi di Storia dell'Arte e Germanistica a KÃnigsberg, la Seconda Guerra Mondiale lo costringe a indossare la divisa, malgrado la sua opposizione al regime hitleriano e alla guerra in genere. Incontra la Sardegna per uno strano destino: l’aereo con cui sta lasciando la campagna d’Africa precipita sull’Isola: il giovane soldato si salva ma, colpito dalla malaria, è costretto al soggiorno sardo. Terminata la guerra, si stabilisce a Monaco, diviene ingegnere, studia storia dell’arte ed entra a far parte del famoso Gruppe 1947 fondato da Richter, nelle cui file si annoverano BÃll, Grass, Johnson e Enzensberger. Nei primi anni ’50 torna in Sardegna più volte.

Marina Moncelsi vive a Nuoro, dove insegna nelle scuole medie superiori. Presidente dell'Istituto per la Storia dell'Antifascismo e dell'età contemporanea nella Sardegna Centrale (ISTASAC), ha svolto ricerche sul fascismo in Sardegna e sulla deportazione, pubblicando saggi su riviste specializzate. Con l'Associazione Culturale Janas ha realizzato il documentario"Una storia, due vite", sui partigiani Antonio Mereu e Piero Borrotzu.

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