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Roberto, 48 anni, disabile per un trauma subito alla nascita, ha perso la madre da poche settimane. Vissuto da sempre nella casa paterna in un piccolo paese, si ritrova in città, ospite della sorella Martina. Ormai allo stremo, ingabbiato in un corpo divenuto zavorra, trova la forza di raccontarsi al nipote. Grazie all’affetto e alle cure della famiglia l’infanzia è stata felice, trascorsa affinando l’arte di osservare gli altri dalla sua “finestra sul mondo”: l’angolo fuori casa, tra il vico numero 3 e la via Nazionale. Occasioni imperdibili i cortei funebri paesani, con il lento sfilare di un’umanità più o meno affranta e sempre pronta, tra un pettegolezzo e una malignità, a riservargli uno sguardo benevolo. In questo clima Roberto cresce protetto dai fratelli, consapevole dei limiti imposti dalla sua condizione e convinto che l’esistenza, quella degna di essere vissuta, sia simile a una sinfonia da comporre. L’arrivo di Laura - bella, sfrontata, unico amore inconfessato - la passione per i libri, le particolari sedute con un’ambigua fisioterapista, lasceranno il segno. Quando Laura, ormai sposata a un altro uomo, uscirà di scena misteriosamente, sarà l’incontro con un esuberante studente universitario a scuotere Roberto dall’indolenza in cui è sprofondato, spingendolo a oltrepassare confini, fisici e psicologici, che fino ad allora aveva creduto invalicabili. Finito il racconto anche lui cessa di vivere e il nipote, impegnato a rimetterne in ordine le varie parti, si troverà di fronte a un mistero che lega un nome di donna trovato su un vecchio libro di Goethe, un mazzo di rose e una tesi di laurea lasciata sulla tomba dello zio.
Gianni Usai è nato a Sinnai (CA) dove vive e lavora. È autore di racconti apparsi su riviste e raccolte. Nel 2019 ha vinto il premio "Antonio Gramsci" per la sezione narrativa (con l’inedito La sesta nota). Dal 2021 collabora con la rivista letteraria «Squadernauti». Per Il Maestrale ha pubblicato i romanzi: La sesta nota (2020) e Cristian T. (2022).
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