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Prefazione di Paolo Cherchi
Nel suo romanzo Il Maestro e Margherita Michail Bulgakov ci offre una splendida descrizione del fenomeno della dilatazione dello spazio fisico. Grazie alle letture con le quali ha nutrito la sua mente, il protagonista riesce a superare la ristrettezza spaziale dello scantinato, angusto ma tappezzato di libri, in cui vive e quella spirituale della Mosca del suo tempo e a librarsi nella dimensione senza confini del mondo della cultura e del pensiero critico. Si può dire lo stesso di Placido Cherchi, il quale facendo tesoro delle risorse dei prodotti della creatività umana, in particolare della filosofia, dell’arte, della letteratura, dell’antropologia, della linguistica, ha saputo proiettarsi in uno spazio intermedio tra l’ambiente geografico, fisico e sociale della sua Sardegna e lo spazio globale e senza confini di quello che Popper chiama il «mondo 3», i cui prodotti non sono soltanto idee nelle nostre menti ma anche e soprattutto contenuti oggettivi di pensiero, che hanno una vita propria, indipendente dall’esperienza soggettiva e dal vissuto di chi li ha prodotti. L’opera di Cherchi riesce così a comporre un ologramma affascinante e splendidamente dettagliato, in cui ogni frammento d’indagine, per quanto piccolo e magari riferito soltanto all’Isola e ai suoi problemi, ha la capacità di collegarsi all’insieme e alla complessità di intere tematiche culturali, affrontate e discusse nei dibattiti più avanzati a livello internazionale.
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