Visioni del profondo e lacerazioni storiche armano la penna di Savina Dolores Massa, mentre musica, cultura, arti figurative colorano di vita le sue pagine. Tra frammenti di vissuto, dialoghi solitari, amori indichiarabili e treni dai vagoni vuoti, sfilano sempre le eterne visioni: in fondo nella Storia / di tori e maschi in guerra nell’arena. Insieme alle navi dei migranti, il paesaggio sociale e l’esclusione, l’albatros dai piedi azzurri della nostalgia, o l’animale sofferente della memoria.
E l’arroganza del Potere, gli oltraggi al pianeta, la circumnavigazione della psiche e dei suoi meccanismi. Finanche l’ultima piaga della nuova peste, la pandemia: Nell’assenza di bocche / non so più stare / e di pelli da accarezzare / e dita da baciare mordere lasciare.