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Alberto Masala è un poeta apprezzato a livello internazionale (performer al fianco di Hirschman e Corso) ma con pochi libri all'attivo. Autore dell'oralità fino a poco tempo fa scansava le vie editoriali: il suo cammino era, e resta, quello della "street poetry". Ma è un cammino che fa i conti con la migliore modernità poetica, in bilico fra scritto e orale, e scandisce quindi un Alfabeto di strade. Questo titolo può così raccogliere una scelta della produzione di Masala, rendendola finalmente nota al lettore. Le altre vite sono quelle di autori scomparsi con cui Masala ha dialogato e continua a dialogare, solidale. Nella sezione Il condominio il poeta immagina che questi autori siano gli occupanti di un palazzo altissimo: una comunità che supera tempi e geografie: Lucrezio, Majakovskij, Ginsberg, Césaire, Baudelaire, Kavafis, Paz, Hikmet, la Vicinelli, Pasolini, Atzeni. Presenze e vite in forza di una parola che si fa poesia.
Alberto Masala si definisce un contemporaneo con radici. Oltre al sardo, nello scrivere mescola altre lingue alla ricerca di un ritmo che dia fluidità. Attento agli etimi ed ai significati tende verso l'espressione sostanziale. Sia nella scrittura che nella pratica dell'arte ha relazioni di cambio e lavoro con artisti di molte altre parti del mondo. Per Il Maestrale ha prodotto con Massimo Golfieri, Mediterranea (2000), un viaggio poetico e fotografico per il Mediterraneo; ha tradotto i racconti inediti di Jack Kerouac raccolti in L'ultima parola. In viaggio. Nel jazz (2003; 2009), le poesie di Serge Pey, quelle di Peppinu Mereu e di diversi altri autori.
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