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Anime oneste

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Uscendo sul finire del 1895 con la prefazione dell’esigente e autore vole Ruggero Bonghi, Anime oneste segna il vero inizio della celebrità di Grazia Deledda. Ha 23 anni la scrittrice in erba quando confeziona su commissione dell’editore Cogliati questo «romanzo famigliare» ‘buonista’: un libro di genere ma «nel suo genere – secondo il giudizio privato dell’autrice – molto più bello» del complementare La via del male (1896). E difatti Anime oneste, ritoccato da Deledda per l’edizione Treves del 1910 qui riprodotta, regge ancora bene a una lettura odierna. Quantomeno ha il pregio di rivelare la narratrice dalla voce già distinguibile che sviluppa, entro una trama lineare e robusta, alcuni dei temi e motivi portanti della futura opera romanzesca, fra potenza delle passioni, dramma e sacrificio.

Dettagli
Autore
Recensioni
Pagine: 
272
ISBN: 
9788864293479
Anno di pubblicazione: 
12/11/2023

Grazia Deledda (Nuoro 1871 - Roma 1936). Appena dotata di un’istruzione elementare, affronta determinata la strada della scrittura poetico-letteraria, intessendo da subito, dalla piccola e appartata Nuoro («sottomessa a un esilio dal mondo grande»), una fitta rete di rapporti negli ambienti culturali isolani e continentali. Esordisce giovanissima (1888) pubblicando racconti in rivista, e nel 1891 esce il suo primo romanzo “sardo” Fior di Sardegna. Da lì è un crescendo inarrestabile, con i primi gradini nella pubblicazione di Anime oneste (1895; prefazione di Ruggero Bonghi) e La via del male (1896) che riceve il plauso di Luigi Capuana. Seguono altri romanzi e racconti, sempre ideati e composti nel borgo natio, che ancora disegnano una progressione stilistica e concettuale della sua arte narrativa. Nel 1899 (anno in cui va in stampa La giustizia), durante un soggiorno a Cagliari, Grazia Deledda conosce Palmiro Madesani che sposa nel gennaio 1900 e con lui si trasferisce a Roma, dove metterà su famiglia e trascorrerà il resto della sua esistenza. Ora la costruzione di una gloriosa carriera letteraria riceve ulteriore impulso e la pubblicazione di romanzi e raccolte di novelle avverrà con ritmo serrato in poco più di un trentennio che abbraccia la produzione di oltre quaranta titoli (ricordiamo soltanto, fra i romanzi: Elias Portolu, Cenere, L’edera, Il nostro padrone, Colombi e sparvieri, Canne al vento, La madre, Il paese del vento, La chiesa della solitudine). Nel 1927 le viene conferito il Premio Nobel per l’anno 1926: Grazia Deledda è consacrata come una delle voci più alte della narrativa mondiale del Novecento. Non ha solo raggiunto il «mondo grande»: l’ha conquistato. Postuma (in rivista nel 1936 e in volume nel 1937) esce l’autobiografia romanzata Cosima, lasciata manoscritta.

 

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