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Nel 1944 la speranza di trovare un militare americano che la aiuti a ristabilire i rapporti epistolari col marito Dino Giacobbe (rifugiato negli Stati Uniti dopo il dilagare nazista in Europa), spinge la madre dell’allora adolescente autrice a compiere l’avventuroso viaggio da Nuoro a Cagliari, con la muta ma rassicurante compagnia della figlia-crisalide. Nei molti anni che da allora sono passati, la farfalla che quella sera a Cagliari silenziosamente mise le ali ha continuato a volare facendo in luoghi diversi esperienze delle quali spesso ha sentito il bisogno e il dovere di scrivere. Ora, la farfalla ormai ottuagenaria ha perduto il desiderio di viaggiare ma non ha perduto quello di rievocare e di narrare. La positiva accoglienza fatta allo scritto che apre questo volume (A Cagliari con Glenn Miller del 2010), dove Maria Giacobbe narra di quel suo primo incontro del ’44 con la concretezza della guerra, l’ha incoraggiata a ripensare ad altre sue esperienze politiche fatte negli anni ’80-’90, quando ancora la guerra fredda teneva in scacco il pianeta. Quelle esperienze – la democratica Danimarca, la orwelliana Corea di Kim Il-Sun, il Nicaragua post-Somoza, lo stato di Israele con ciò che ancora restava della Palestina – delle quali Maria Giacobbe ha di volta in volta scritto in sedi editoriali danesi, non hanno perduto di attualità. Da qui uno dei tanti meriti di questa raccolta in volume che, pur attraversando scenari drammatici comprendendone tutta la drammaticità, non manca di trasmettere quella curiosità divertita che è dell’autentico viaggiatore.
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