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Pòju Luàdu 

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Nome immaginario di una città isolana, Pòju Luàdu ha la concretezza storica di una civiltà che ha fatto male i conti con la modernità. Sulle carte è solo Pòju, che nella lingua del luogo significa “pozza d’acqua, tonfano” - segno di un’antica simbiosi con la natura. Però, dopo i danni della modernità, il sarcasmo dei suoi abitanti, possessori di una lingua remota, ha dovuto aggiungere la qualifica luàdu: “avvelenato”. Ciro, ormai vecchio e vedovo, ha deciso di tornare nella nativa Pòju, dopo una vita da giramondo, ribelle irriducibile, generoso e colto idealista. Abita una casa che non riesce a finire, al limite di un dirupo, prossima al degrado della periferia cittadina. Fa vita ritirata, limitato dalla flebite a una gamba: legge, scrive, ha pochi contatti. Al telefono sente i pochi familiari tutti lontani, sul “Continente” (Gala, nipote allevata da Ciro e dalla moglie Lucia, o Gervasa, nipote perbenista che contesta le scelte dello zio). Il passato abita le sue giornate, ma Ciro non ha smesso di voler provare la vita spinto da un profondo senso d’indipendenza. In una torrida giornata estiva - in fondo l’altopiano in fiamme - Ciro salva un cane randagio ferito e braccato da una banda di ragazzini che hanno eletto a territorio di scorribande le discariche della “Casbah” cittadina. Sull’evolversi di questa minima epica quotidiana - le cure per il cane, i tentativi di vendetta della banda – s’innestano le molte linee narrative che compongono il vasto affresco storico, sociale e psicologico di questa ulteriore conferma delle qualità letterarie di Maria Giacobbe.

Dettagli
Autore
Recensioni
Collana: 
Pagine: 
324
ISBN: 
978-88-89801-03-1
Anno di pubblicazione: 
2006

Maria Giacobbe (Nuoro 1928 - Copenaghen 2024), dal 1957 ha vissuto in Danimarca, partecipando attivamente alla vita intellettuale del suo paese d’adozione. Il 1957 è anche l’anno del suo esordio letterario Diario di una maestrina (Laterza 1957; Il Maestrale 2003, 2006; Premio Viareggio e Palma d'Oro dell'Unione Donne Italiane); collabora al «Mondo» di Pannunzio (1956-1963). Segue una prolifica attività di scrittura narrativa, saggistica e giornalistica in italiano, danese, francese, spagnolo, accompagnata da lavori di traduzione e curatela (Poesia moderna danese/Moderne dansk poesi 1971; Premio Dante Alighieri dell'Università di Copenaghen). Ha fatto parte della delegazione danese UNESCO in diversi incontri internazionali (Svezia, Norvegia, Conferenza Generale di Parigi nel 1989). Per motivi inerenti alla sua professione ha visitato la maggior parte dei paesi europei e fatto viaggi in Asia, Africa, Medio Oriente, America Centrale, Canada e USA, partecipando a incontri culturali internazionali. Le sue opere di narrativa edite da Il Maestrale sono: Il mare (1997, 2001); Maschere e angeli nudi: ritratto d’un’infanzia (1999); Scenari d’esilio (2003); Gli arcipelaghi (1995, 2001; Premio Speciale della Giuria Giuseppe Dessí; dal romanzo è tratto l’omonimo film di Giovanni Columbu); Le radici (2005); Pòju Luàdu (2005); Chiamalo pure amore (2008); Euridice (2011); Memorie della farfalla (2014); I ragazzi del veliero (2017).

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