L'isola di Deledda e Dessì non ha esaurito il recente filone letterario, anzi lo intensifica, con la prova d'esordio di un trio nuorese - un Wu Ming in odor di Barbagia - che sotto il nom de plume di Elias Mandreu prepara il terreno alla filiazione di un «romanzo criminale» isolano. Nero riflesso (Il Maestrale, pp. 555, € 19) - ambizioso, intenso, a tratti sovrabbondante - gioca le sue carte in una Sardegna mascherata da pseudonimi, più maigrettiana che solare, in cui il trucido commissario Nero Di Giovanni ritorna dopo anni di assenza per far luce su oscuri delitti. Il gioco è fitto di rivelazioni, tra vecchie amicizie - il fumettaro Antonio - e vecchie passioni - la femme fatale Paola - mentre il sottobosco sociale sembra il luogo perfetto per allestire lo spettacolo dei grandi burattinai che dominano la scena degli appalti legati alla piccola politica di provincia. Nel tentativo di raccontare tutto il raccontabile, il trio d'autori rischia l'overdose - di facile ironia, di luoghi comuni del genere, di eccessi verbali - ma il romanzo ha una sua dimensione «burocratica» precisa e attenta, che potrebbe offrire risultati più sciolti con qualche decisa sforbiciata di entusiasmi.