Scrive Salvatore Mannuzzu «Il balente non è più abile, diventa isconcadu [senza testa, privo di giudizio]: a questo si riduce "la pedagogia dei nonni" - pedagogia di fonti e nostalgie culturali persino "alte"; si riduce alla mistificazione della memoria, de su connottu. E allora la forza, o la simulazione della forza può diventare mera violenza, e qui e là scoppiare gratuita, comunque sproporzionata, inedita nella sua essenza: ma sempre dentro un contesto collettivo di vecchio silenzio e di vecchio rifiuto...».
A Gavoi di scena la Barbagia - Secondo Giancarlo Porcu, direttore editoriale del Maestrale, la sigla di Nuoro nota anche al di là dei confini europei, nulla meglio di queste parole del magistrato scrittore può farci entrare nel sangue della Barbagia, l'affascinante e nero cuore di Sardegna, tra passato e presente. Ed essere un viatico per chi parteciperà tra il 4 e il 6 luglio al 5° Festival Letterario di Gavoi ligio ad una «linea fondante di serietà e di concretezza» come sottolinea il suo presidente Marcello Fois, ormai quasi un «classico contemporaneo», ma barbaricino, «scovato» proprio dal Maestrale e che alla sua terra dedica In Sardegna non c'è il mare, un «contromano» in uscita a metà settimana da Laterza.
«La vendetta» si Pigliaru - Il Gavoi 2008, attento anche ai ragazzi con un programma speciale per loro, ha un taglio molto femminile (presenti Agus e Fedrigotti, Bonvicini, Raimo, Anedda ecc.) e una vasta apertura come sempre agli stranieri, di nuovo in primo piano le scrittrici, a cominciare da Zadie Smith. Con in più una «difficile» novità, targata Maestrale: la lettura, per tutti i 3 giorni, di pagine di un'opera ardua, poco nota da noi a differenza che all'estero: La vendetta barbaricina come ordinamento giuridico di Antonio Pigliaru (1922-1969), giurista, l'intellettuale gramsciano «più originale e stimolante nella recente storia della cultura in Sardegna». Un'opera che «serve più di mille pagine di recriminazione e di rammarico e più di mille sentenze di tribunali - sottolinea Giulio Angioni - per capire un'aspetto importante del "vecchio" genere di vita della Barbagia. Impropriamente interpretata come dimostrazione in positivo di una pratica che si basa anche sul "dovere" della vendetta..., mentre tutta la ricerca mira a dimostrare l'insostenibilità di un «codice di guerra» contrario all'interesse primario del suo stesso autore: una cultura moderna e aperta (ma che anche nella nuova Sardegna non può "slegarsi" dalle proprie radici).
E il coraggio paga - Al punto che il Maestrale farà seguire il singolare «incontro» con Pigliaru da sei Quaderni dedicati all'intera sua opera. La sfida partita da Nuoro nel 1992 continua: 129 titoli in catalogo sino ad oggi tra saggistica e sopratutto narrativa con Atzeni, Dessì, Satta, Angioni, Marrocu (molto ambiti dai francesi) e una serie di «scoperte» che si chiamano, oltre a fois, Todde, Soriga, Niffoi, Capitta, «i nomi di quella straordinaria fioritura sarda» come l'ha chiamata Fofi, che continua adesso con l'esordio dell'oristanese Massa (Undici), la conferma di De Roma (La fine dei giorni, un'antiutopia alla Orwell ambientata a Torino), un viaggio con il Che dell'amico Carlos "Calica" Ferrer che inaugura la collana «Testimoni» e per l'autunno l'edizione critica a cura di Porcu di Versus e dei Racconti con colonna sonora di Atzeni, la poesia di Masala. Poi con un balzo agli estremi confini meridionali del giappone con due storie di Matayoshi Eiki, La punizione del maiale: «Okinawa come una Sardegna nipponica».
Mirella Appiotti (La Stampa - TuttoLibri, 30 giugno 2008)