Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Search in posts
Search in pages
Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Search in posts
Search in pages
+39 784 440684
info@edizionimaestrale.com
Login
Registrati
Carrello
Accedi
Carrello
Gennaio 17, 2011
Pro s'indipendentzia lamento in due lingue sulla sovranità mai voluta

 

«Avevo trattato argomenti in cui si affrontava il discorso politico sulla Sardegna. Sul tema dell’autonomia - continua lo scrittore - si riconosce il limite del nostro essere regione autonoma e si parla di fallimento. Partecipavo a dibattiti su autonomia e federalismo, emergeva che il federalismo era un’autonomia riveduta e neppure tanto corretta: si chiedeva di avere più porzioni di sovranità per non perdere la specialità. Da queste riflessioni è venuto il libro: un invito a riflettere su una questione viva da un secolo. Esistono partiti indipendentisti, ma a me interessava un dibattito disarmato sull’indipendentismo: mi interrogavo sulla sua specialità».

 

- Che tipo di interrogazione?

 «Cosa s’intende per specialità, come si prospetta il federalismo per noi sardi».

 

- Federalismo imposto?

 «Sicuramente. Non abbiamo prodotto uno statuto a nostra immagine, il federalismo di cui si parla è quello che ci daranno e prenderemo: si tratta di prendere o lasciare».

 

- Quindi?

 «Ancora una volta non abbiamo voce in capitolo non avendo autonomia nostra e progetto da difendere. Da questi argomenti sono nati interessi specifici per temi: l’autonomia, la specialità, la lingua».

 

- Com’è possibile che il sardo non sia parlato nelle istituzioni dello Stato?

 «Non solo non viene parlato, è vietato a scuola e in tutto ciò che è rappresentativo dello Stato italiano: un limite enorme, non dico di sovranità, di autonomia».

 

- Non ti sembra che la lingua faccia paura? Neppure i partiti indipendentisti hanno mai affrontato dall’interno questo problema.

 «La questione della lingua non è mai stata posta come argomento fondamentale. Dal 1921 a oggi il partito sardo non ha mai ha posto la lingua come tema profondo. La lingua è sempre stata argomento marginale: non ha mai fatto parte di un progetto né di un programma elettorale».

 

- La legge sulla lingua sarda ai tempi della giunta di Mario Melis è stata bocciata dal Pci in Consiglio regionale l’ultimo giorno utile per l’approvazione.

 «Ma perché è stata presentata in aula solo l’ultimo giorno, quando ormai i sardisti non avevano più forza per contrattare? Alcuni indipendentisti pongono la questione della lingua, la parlano nelle manifestazioni e nei dibattiti in tv, come Bustianu Cumpostu. L’Irs meno».

 

- Gavino Sale?

 «La parla a spezzoni, introduce brandelli di lingua in contesti italiani, o viceversa, è il suo modo di esprimersi. I giovani intellettuali di Irs non l’avvertono come problema fondamentale».

 

- Non ti sembra strano?

 «Sì, molto strano. Per dirla con Cicitu Màsala, la lingua è l’anima della nazione, di un popolo. Non la si può far retrocedere in serie B».

 

- Quale ruolo vedi per i partiti nella questione dell’indipendenza?

 «Nati per rappresentare la gente, i partiti sono ora associazioni private, combriccole o clientele. Difendono interessi autoreferenziali, non interessi reali. La vita dei partiti, le guerre intestine sono lotte fra correnti e persone: conflitti che bruciano il novanta per cento delle loro energie».

 

- Il tema dell’indipendenza è stato posto dai sardisti in Consiglio regionale. A tuo parere l’assemblea è in grado di pronunciarsi su questo nodo?

 «No. La parola indipendenza viene accettata come per sentito dire ma a livello politico il problema non può essere posto perché contraddice tutta la politica dei partiti, destra e sinistra. La questione è ascoltata con sufficienza, ma si accettano altri termini che pure sono sinonimi della parola proibita».

 

- Ad esempio?

 «Autodeterminazione. Ite cheret nàrrere? Autodeterminarsi significa essere indipendenti. Oppure sovranità: non ci si rende conto di cosa voglia dire. Ecco il rischio dell’uso-abuso delle parole. In realtà non sono in grado di mettere in dubbio la dipendenza».

 

- Puoi spiegare ancora?

 «Pensa alla Maddalena, un episodio di dipendenza totale, organizzato da altri, senza profitto per i sardi: un ingranaggio di truffe a nostro danno».

 

- Più in generale?

 «Tutte ciò che avviene in Sardegna è eterodiretto, senza un minimo di indipendenza o di autonomia. Non abbiamo forse rischiato di vedere le nostre spiagge zeppe di pale eoliche?»

 

- Come lo spieghi?

 «Ci sono ditte esterne che hanno i loro amici in Sardegna, insieme tramano per ottenere vantaggi. Sembrerebbe che non ci si possa difendere, i legali della Regione hanno detto: giuridicamente non possiamo farci nulla, l’ambiente compete allo Stato. Il tutto nel 2010, sessant’anni di autonomia. Non ci possiamo tutelare né dal veleno petrolchimico né dai disastri dell’uranio impoverito: agnelli mostruosi e tumori».

 

- Né dalle imposizioni poliziesche ai pastori in quel di Civitavecchia...

 «A Roma gli agricoltori della Padania hanno fatto quello che hanno voluto. Come fa il popolo sardo a sopportare cose del genere»?

 

- Tra le gente cresce la voglia di ribellione?

 «Cresce. Non solo a livello di emozione, ma di consapevolezza. Però ancora non si traduce in dimensione operativa come a Pratobello negli anni Sessanta».

 

- Tutto questo negare ripetuto potrebbe portare alla lotta armata?

 «I tempi sono cambiati, non è più pensabile e non ce n’è bisogno. Si farà l’assemblea costituente. Prima o poi».


Condividi questo articolo su
Lascia un commento
Iscriviti alla nostra newsletter
Blank Form (#1) (#2)
Seguici su Facebook
Seguici su Twitter
Seguici su Instagram
Seguici su YouTube
Ultimi libri
L’odore della città - In libreria il 10 aprile
vedi ORA
La badante di Bucarest - In libreria 20 marzo
vedi ORA
La bambina del vetro - In libreria il 6 marzo
vedi ORA
Prigioniero del mio nome – Cronistoria di un doppio sequestro di persona -
vedi ORA
Domani è un altro mondo - Dieci domande per la Sardegna che verrà -
vedi ORA
EDIZIONI IL MAESTRALE
VIA MANZONI, 28 - 08100, NUORO
Contatti
TEL. +39 (0)784 440684
info@edizionimaestrale.com
Metodi di Pagamento
Distribuzione Mondadori-Libri
Servizio Clienti Librai - Customer Service Ceva - 
numero telefonico: 0385-569071
Chiudi
EDIZIONI IL MAESTRALE
VIA MANZONI, 24 - 08100, NUORO
cross
0
    0
    Il tuo carrello
    Il tuo carrello è vuoto
    linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram