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Gennaio 10, 2011
Quando in Sardegna comandavano gli Asburgo

Non capita spesso di avere tra le mani un libro come La Sardegna al tempo degli Asburgo di Francesco Manconi, terzo volume fresco di stampa della collana La Sardegna e la sua storia edita da Il Maestrale di Nuoro. Intanto perche' esce in contemporanea con l'edizione spagnola (Cerdena, un reino de la Corona de Aragon bajo los Austrias, Valencia, 2010), cosa piuttosto inconsueta nel panorama culturale nostrano. In secondo luogo perche' a leggerne le pagine ci si sente quasi in debito nei confronti di quest'opera, per il deciso passo in avanti compiuto nel difficile cammino verso l'affrancamento dai confini localistici e l'abbattimento degli steccati ideologici all'interno dei quali continua ad indugiare, talvolta, la storiografia sarda. Il rigore scientifico non deve pero' far credere che l'opera sia stata concepita per soddisfare in modo esclusivo un pubblico di specialisti. Siamo invece certi che oltre al ricco contenuto i frequentatori delle librerie apprezzeranno anche lo stile leggero della scrittura e una narrazione che illustra bene, rendendoli accessibili a un ampio ventaglio di lettori, i fermenti politici e sociali che hanno segnato l'evoluzione della societa'? sarda in eta'? asburgica. Il vincolo plurisecolare col mondo ispanico viene scrutato senza nulla concedere ai pregiudizi vecchi e nuovi sulla dominazione spagnola. L'irruzione della modernita'?, con le riforme volute da Ferdinando il Cattolico, avvia il processo di razionalizzazione amministrativa e il ridimensionamento del potere signorile a vantaggio di quello regio. Sotto Carlo V si assiste al consolidamento di questo processo e poi al definitivo inserimento del regno nell'aggregazione multinazionale governata dall'Imperatore. Forme piu' accentuate di omologazione politico culturale, universalmente condivisa e destinata a mettere radici profonde, maturano pero' soltanto nel secondo Cinquecento. La fondazione delle Universita'? di Cagliari e Sassari, l'ammodernamento delle difese per fronteggiare la guerra mediterranea, le prospettive di carriera negli eserciti e nell’amministrazione regia offerte alle élites nobiliari e urbane, sono solo alcuni degli innumerevoli aspetti che sostanziano il grado di integrazione della società sarda con quella iberica. Tra i tanti motivi di riflessione che scaturiscono dalla lettura, uno ci sembra particolarmente degno di nota: l'apparente inconciliabilita'? che corre tra due aspetti peculiari della societa'? sarda del XVII secolo. Da un lato l'indiscussa fedelta'? al sovrano, mai venuta meno persino negli anni piu' duri della crisi economica, e dall’altro le forme di aperta opposizione portate avanti dalla classe dirigente nei confronti del potere centrale. Ma come mostra bene l'autore, si tratta di un’opposizione che, lungi dal prefigurare la nascita di un compiuto sentimento nazionale sardo, cela in realta'? gli interessi localistici delle consorterie nobiliari in lotta per il potere, con il fine ultimo di presentarsi quali referenti privilegiati della monarchia nella provincia. Se tutto il libro si sforza di dare un'interpretazione dell'eta'? asburgica svincolata dal tradizionale pregiudizio antispagnolo, la parte che affascina piu' di tutte sotto questo profilo e' senz'altro quella conclusiva. Nel capitolo sull'eta'? di Carlo II viene sapientemente ribaltato lo stereotipo di un governo iberico preda dell'immobilismo, incapace di intuire i motivi della decadenza seicentesca e di studiare i giusti rimedi per superarla. Quando il disastro demografico e finanziario mette in ginocchio la Sardegna trascinandola in una crisi senza precedenti, a Madrid si fa strada l’idea di fronteggiare l’emergenza con un ampio programma di riforme che incidano sull'economia, sulla giustizia e sull'istruzione. E' sorprendente che molte di queste proposte, avanzate da un sistema di governo ritenuto decadente e superato, siano poi riprese nel Settecento dal riformismo sabaudo. Davvero uno strano destino quello del XVII secolo: apice della crisi politica e militare, eppure fucina di idee di rinascita e soprattutto Siglo de oro della cultura spagnola. La Sardegna al tempo degli Asburgo e' un libro che come tutti i buoni libri di storia mette molte domande. Ma bisogna anche dire che Manconi ha saputo darci molte buone risposte.


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