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Che ci è venuta a fare Clelia Boero in un paese del sud Sardegna? Nessuno è riuscito a farsi un’idea precisa della Torinese: malvista come il gruppo di extracomunitari sistemati nella locanda in cui lei soggiorna. Sfuggente e taciturna, se ne va in giro da sola, dentro l’eskimo stinto, i pantaloni infilati negli anfibi, a fumare e a leggere libri in prestito dalla biblioteca. Solo Alfredo, il bibliotecario, tenta di stabilire un rapporto e fa in tempo ad avvertire nella straniera la resa completa di chi ha accettato il proprio destino. Quale sia questo destino, Alfredo non potrà scoprirlo. Dopo il loro ultimo incontro in sala-lettura Clelia scompare, abbandonando nella sua camera: un libro, un abbozzo di lettera e un cd su cui lei stessa ha inciso Non potho reposare; il celebre canto d’amore che culmina nella dichiarazione a tie solu bramo: voglio te, soltanto te. La misteriosa sparizione è, a rovescio, l’inizio di un romanzo che con seducente movimento a ritroso nel tempo svela gradualmente la storia di Clelia, pezzo dopo pezzo e sfrangiandosi nei punti di vista delle persone che hanno gravitato, vicine e lontane, intorno alla sua vita e l’hanno segnata, nel bene e nel male. Sfilano davanti al lettore i personaggi di un romanzo corale di grandi latitudini geografiche e umane. Il padre di Clelia, mobiliere d’arte, ormai stanco d’essere comprensivo con una figlia irriducibile idealista animata da sogni rivoluzionari. La sua amica oncologa: “una sorella”. L’amico Gabriele, spettatore esaltato delle malinconiche e disperate esibizioni canore di Clelia e soprattutto suo socio nella gestione del cinema torinese impegnato in un’ostinata programmazione di nicchia. Orlando Mahfuz, anatomopatologo e imbalsamatore sardo-egiziano, giramondo per professione, in fuga dalla moglie Rajae (reporter di guerra, americana di origini siriane), invaghitosi di Clelia, con la quale vive una passione profonda e tormentata. Ma molti altri personaggi si affacciano sul proscenio di un romanzo che sa parlare d’amore con disincanto e senza sentimentalismi, intrecciando le storie personali con la storia di vecchi e nuovi incontri/scontri di civiltà.
Giulio Neri (1978), antiquario cagliaritano, ha esordito nel 2016 con il romanzo Carta forbice sasso. Memorie senza raccordo (Asterios). Per Il Maestrale ha pubblicato i romanzi: A tie solu bramo (2018, seconda edizione nei Tascabili: 2020); Portoro (2020); Carne (2021); Repertorio per mano sinistra (2023).
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