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Una sera del novembre 1895, presso il suo studio Enrico Costa si trova davanti un vecchio che lo attende: è Giovanni Tolu, l’ex bandito, assolto nelle Assise di Frosinone nel 1882, uno dei più famosi fuorilegge di quel tempo in Sardegna, desideroso di affidargli la verità sulla sua vita e i trent’anni di latitanza. Arrestato e sottoposto a processo, Tolu era stato assolto per legittima difesa, nonostante i numerosi misfatti. Ma giunto ormai all’età di settantaquattro anni è stanco delle tante «fandonie» che circolano sul suo conto. «Ecco perché voglio narrare la mia storia, ed ecco perché lei dovrà scriverla!» Strutturando una narrazione che dà voce in prima persona al resoconto-confessione di Tolu, Enrico Costa confeziona una rocambolesca biografia e restituisce con grande sapienza uno spaccato della società sarda nella seconda metà dell’Ottocento. Il libro-verità sulla storia del bandito vedrà la luce nel 1897, ma Giovanni Tolu non riuscirà a vederlo, morto di carbonchio l’anno precedente, mentre Enrico Costa ha già consegnato il manoscritto in tipografia.
Enrico Costa (Sassari 1841-1909), impiegato presso diversi istituti bancari, poi all’Archivio del Comune di Sassari, affiancò agli impegni professionali una copiosa e varia produzione letteraria. Esordisce nella narrativa con il romanzo Paolina (1874), cui seguiranno: Il muto di Gallura (1885), La bella di Cabras (1887), Rosa Gambella (1897), Giovanni Tolu (1897). Come saggista compila la monumentale opera storica Sassari (in versione integrale uscita postuma, 1937). Fondò e diresse l’importante periodico «La Stella di Sardegna».
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