“Nove mesi” che ricordano il tempo della gestazione ma che in realtà sono l’anticamera alla morte per la protagonista dell’omonimo libro scritto da Alessandra Neri. Opera prima della giovane lughese che insegna lettere al Liceo classico, il volume “Nove mesi”, edito da Il Maestrale (128 pagine, 14 euro), prende spunto da un’esperienza personale. «Ho assistito alla dolorosa fine di una giovane parente - dice Neri - a causa di un cancro, che aveva circa la mia età». Davanti a un dramma del genere inevitabile non porsi domande sul motivo della propria esistenza. Neri le ha anche messe nere su bianco in un libro. «Sono sempre stata una grande lettrice e alcuni amici mi hanno spinto a scrivere, così ho deciso di farlo dopo questa triste esperienza» prosegue la giovane scrittrice. Il racconto è un dramma senza sconti, molto duro da digerire ma che certamente porta a riflessioni non banali: «La protagonista muore senza riuscire a trovare sollievo in nulla alla sua malattia: non trova benefici né nell’affetto di parenti e amici e neppure nella fede». Nella realtà le cose non sono andate proprio così: «La persona che ho conosciuto io in realtà riusciva a trovare sollievo nella fede e nella vicinanza dei suoi parenti ma in questo libro ho cercato di immaginare come si debba sentire di fronte alla morte chi invece non riesce a trovare questi conforti». Il suo libro ha già iniziato a suscitare attenzione e la Neri è stata anche intervistata su Radio 3. Ora Neri, che da febbraio è anche diventata mamma di un bellissimo maschietto, c’ha preso gusto e sta già preparando il prossimo romanzo: « Qui non c’è più nulla di autobiografico, anche se parlo della storia di una mamma. Si tratta di una donna che, in seguito a una forte depressione dopo il parto, perde il proprio figlio».