Scrittore plurale (arbëresh, calabrese italiano tedesco-germanese trentino), Abate manifesta in questi testi le tappe di un concretissimo viaggio su e giù per l'Europa e di un viaggio della mente e del cuore dentro una non meno tangibile e quotidiana esperienza multiculturale. È un procedere sostenuto, trascinante col suo ritmo da treno in corsa, lungo gli anni e i luoghi di una storia di emigrazione da cui nasce una poesia di appartenenze-distanze, di nostalgie cercate e respinte, di incontri-scontri. Aggirato il monolite identitario, evitati il cosmopolitismo di maniera e la facile sublimazione del meticciato, la parola va a esplorare la faglia dove risiede la problematicità del vissuto migrante. La parola, per i sentieri salvifici che ogni poesia tenta, trova esito in potenti figurazioni simboliche e, spesso armata di ironia e autoironia, si distende in vere e proprie narrazioni (il diario, l'aneddoto, la favola, la lettera, il racconto surreale). Da qui anche una fisionomia stilistica frontaliera, apertamente formalizzata in quelle che l'autore chiama ''proesie'', ma camuffata con mutue contaminazioni di prosa e poesia, in gradazioni varie. Cosi' la parola, frequentando irriducibili complessita', anch'essa mai stabile, finisce per giocare con la differenza delle lingue, diviene parola rapportata, smontata, sfigurata, risignificata.
Eppure la pronuncia soggettiva attraversa qui un'altra grande frontiera, parte dall'io per arrivare a un noi che parla a ogni uomo, perchè, aldilà di reali vite sradicate, la vita di tutti noi si gioca fra i poli dell'errare e del dimorare. Abate sa restituire tutta la dimensione di questa condizione dell'esistere e, infine, dà una patria all'anima nomade: l'amore per una donna cui è dedicata l'ultima sezione della raccolta; l'estremo, aperto confine delle ''terre d'andata''. Abate e' nato a Carfizzi, una comunità arbëreshe (italo-albanese) della Calabria ed è emigrato da giovane ad Amburgo. Oggi vive e lavora in Trentino. Ha pubblicato, usciti tutti negli Oscar Mondadori: Il ballo tondo (1991, 2000 e 2005), La moto di Scanderbeg (1999 e 2008), Tra due mari (2002), La festa del ritorno (2004), Il mosaico del tempo grande (2006), Gli anni veloci (2008), Vivere per addizione e altri viaggi (2010), e la raccolta di poesie e proesie Terre di andata (2011). Le sue opere sono tradotte in Francia, Stati Uniti, Germania, Olanda, Grecia, Portogallo, Albania, Kosovo e in corso di traduzione in arabo.