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A quasi ottant’anni dalla pubblicazione per Mondadori (1944) si ripropone questa variegata galleria di ricordi giudiziari di Mario Berlinguer, insigne avvocato e uomo politico. Un’abbondante aneddotica di vita forense si svolge in queste pagine, mossa da abilità di racconto e di ritratto espressivo, alimentata da un’autentica vena umoristica. Sfilano così di fronte al lettore singolari figure di imputati, testimoni, giudici, difensori, e con loro un’intera società. Pastori analfabeti però pratici di cavilli procedurali, assassini con alibi inventati eppure inattaccabili, false testimonianze di alto impegno narrativo, furti di bestiame come sparizioni magiche, diatribe frizzanti fra difensori e pubblici ministeri. Grandi e piccole storie di una Sardegna criminale letta con sensibilità intellettuale e antropologica, oltreché giuridica: dalla grande disamistade di Orgosolo al briccone cittadino che vive d’espedienti. Ne risulta anche un breviario d’arte dell’avvocatura, con una galleria di principi del foro e un’appendice sulla tecnica dell’oratoria forense.