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Ambientato nella seconda metà dell’Ottocento, Paura e carne è un noir affatto singolare, che alla suspense di una storia tenebrosa e pervasa di sensualità, dove si intrecciano amori malsani, vizio, avidità e inconfessabili segreti di famiglia, unisce un’attuale e profonda riflessione su un’umanità dolente, infelice e, purtroppo, anche crudele. In una città sul mare, in cui si può riconoscere Cagliari, avvengono inspiegabili delitti. La gente prova la Paura. Chi, e perché, ha ucciso e mutilato l’avvocato Giovanni Làconi? E quale filo nero collega gli omicidi che seguono la sua drammatica fine? Efisio Marini, il medico-pietrificatore di cadaveri già protagonista de Lo stato delle anime (il libro d’esordio di Todde), viene chiamato dalla famiglia Làconi che, impressionata dalla sua tecnica, gli chiede di imbalsamare Giovanni. L’inquieto scienziato, che qui è un giovane ventiseienne, accetta, ma non riesce a trattenere la sua smania di comprendere le cose e i fatti sino all’origine. Così indaga a modo suo, mentre la giustizia crede di aver già individuato i colpevoli. Le tracce conducono a lucrosi narco-traffici con la sponda africana del Mediterraneo, ma rappresentano solo un tassello della tragedia che si sta consumando. Gli avvenimenti rivelano a Efisio, ossessionato dal progetto di eternare la materia, quanto la carne e la soddisfazione della carne possano portare a conseguenze irreparabili.