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Testo sardo e italiano
Senza tabù e senza ambiguità, questo libro-provocazione affronta il tema dell’indipendenza della Sardegna nelle sue implicazioni culturali e politiche e nelle sue possibilità. È un atto d’amore, ma tutto concreto e per nulla utopistico, per un’isola che potrebbe trovarsi a una svolta della sua storia, dopo le scelte autonomistiche e le vie di mezzo politiche. Una riflessione stimolante che porta il discorso indipendèntzia fuori dalle secche del separatismo, dentro una visione moderna della autodeterminazione, attraverso la rilettura di concetti cardine come popolo, nazione, insularità, identità, locale e globale, discutendo anche sul ruolo dei partiti e della donna in politica. Il percorso proposto dal testo - nelle due versioni: italiana e sarda - è il viatico di un cammino più impegnativo ma affascinante: con l’orizzonte di «cose buone e belle da fare e da raccontare», dove è«tutto da dire, tutto da fare».
Bachisio Bandinu (Bitti 1939), intellettuale, pubblicista e studioso di cultura popolare. Laureato in Lettere, ha conseguito il diploma in giornalismo e in radio televisione presso la Scuola delle Comunicazioni Sociali dell'Università Cattolica di Milano. È stato collaboratore del «Corriere della Sera» e direttore de «L'Unione Sarda». Fra i suoi libri ricordiamo: Il re è un feticcio (Rizzoli 1976, scritto con Gaspare Barbiellini Amidei), Costa Smeralda (Rizzoli 1980) aggiornato in Narciso in Vacanza (AM&D 1994), Lettera a un giovane sardo (Della Torre 1996), La maschera, la donna, lo specchio (Spirali 2004), Il quinto moro. Soru e il sorismo (Domus de Janas 2007, scritto con Salvatore Cubeddu); Pro s’indipendèntzia (in sardo e italiano; Il Maestrale 2010); Noi non sapevamo (in italiano e sardo logudorese/campidanese/gallurese; Il Maestrale 2016). Nella narrativa ha esordito con L’amore del figlio meraviglioso (Il Maestrale 2011) e proseguito con Il cammino lento dell’ombra (Il Maestrale 2017).
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